L’industria degli strumenti da scrittura promozionali si prepara alla ripartenza, forte delle ricerche su tecnologie e materiali condotte durante la pandemia.
E siccome sostenibilità fa rima con qualità, le nuove collezioni sono amiche dell’ambiente e si avvicinano alle penne di fascia premium dei grandi brand.
La storia si ripete ancora una volta.
Ciò vale non solo nell’ambito della politica e della cronaca universale ma anche (e a maggior ragione) in quello dell’economia; dove nonostante il trascorrere del tempo, rivoluzioni, guerre e pandemie le leggi del mercato rimangono sostanzialmente immutate.
E così dopo il biennio di arresto dovuto all’emergenza sanitaria ci sarà un rimbalzo del giro d’affari, allo stesso modo in cui il crollo finanziario del 1929 fu l’alba di una ripartenza talmente poderosa che proprio in quel periodo nacque il marketing come lo intendiamo ancora oggi.
Il comparto degli strumenti da scrittura promozionali, che del marketing e della comunicazione sono uno dei veicoli più efficaci, è uno dei più colpiti dalla pandemia e dai limiti alla libertà di aggregazione da essa imposti.
Nei prossimi mesi tuttavia, quando si tornerà gradualmente a incontrarsi e a sfruttare i supporti di comunicazione, esso si candida a essere uno dei protagonisti della ripartenza.
Il settore si è ben preparato alla ripartenza: i mesi di stop forzato o comunque il rallentamento negli ordinativi non sono stati tempo perso, al contrario sono stati messi a frutto dalle aziende riorganizzandosi e investendo in ricerca.
“Abbiamo provveduto a un riassetto organizzativo interno – spiega Massimiliano Moro, titolare e amministratore unico di Maxema – scegliendo d’investire molto sul digitale, dimensione ormai imprescindibile per le aziende di ogni settore”.
Gli fa eco Paolo Millo, sales and marketing director di Happy Gifts Italia, che sottolinea l’importanza di un back office in grado di tradurre in documenti digitali compatibili con gli standard dell’industria i desideri di personalizzazione dei clienti: “Realizziamo gratuitamente le schede grafiche di presentazione, evitando così che vengano proposte soluzioni non riproducibili, con conseguente perdita di tempo e brutte figure”.
Riguardo invece alla ricerca, si tratta di un aspetto ora più che mai imprescindibile per il successo, dal momento che si salda alla perfezione non solo con quell’urgenza di sostenibilità ambientale richiesta sempre più dal mercato, ma anche con lo stesso concetto di qualità.
“Un prodotto di qualità, affidabile e che dura a lungo – osserva infatti Massimiliano Moro – è di per sé sostenibile”.
L’ansia di assecondare queste esigenze ha portato a compimento la trasformazione delle penne promozionali da meri supporti di comunicazione a strumenti di scrittura di qualità manifatturiera e di design.
Anche perché la Cina è sempre meno vicina (lo sta dimostrando la crisi dei container).
Rivolgersi quindi al vecchio continente presenta indubbi vantaggi non solo in termini di controllo, ma anche di costi e tempistiche.
L’innalzamento dell’asticella della qualità ha interessato inoltre le tecniche di personalizzazione; sarebbe un peccato vedere una penna interamente realizzata in Svizzera e che scrive per più di 4km con un logo dal Pms (Pantone Matching System, protocollo per la standardizzazione dei colori, ndr) sbagliato o fuori registro. Per non parlare di quando un logo si rovina per un semplice contatto con l’unghia”.
Non stupisce quindi che le aziende del comparto abbiano ampliato con varianti tecnologicamente raffinate e di sicuro impatto scenico la rosa dei loro servizi custom.